Anteprima Sanremo: dintorni (geografici e musicali) dell’Ariston
Sanremo è Sanremo, perché è come te l'aspetti. Così come voleva l'immaginazione, la troviamo canterina e fischiettante in ogni angolo delle strade. Come nei migliori festival incorniciati dal mare, ci sono anche le palme, qui incredibilmente resistenti al famigerato punteruolo rosso. Percorrendo il lungomare Imperatrice di Sanremo, si possono incontrare i cantanti più salutisti e mattinieri andare a fare la corsetta scacciapensieri prima di buttarsi nel grande can can festivaliero. Aspettando di cantare sul palco più famoso (e rovente) d'Italia. Sanremo è assolutamente vintage, perché qui tutto rimane e deve rimanere com'è. I rituali cittadini accompagnano fedelmente la grande liturgia che celebra dal 1951 la canzone italiana. Anzitutto, fiori, in ogni dove, nella città dei fiori, orgoglio tutto ligure, e non solo perché qui c'è ancora nelle orecchie di tutti Nilla Pizzi che canta grazie dei fiori.
A Sanremo c'è la statua di Mike, santo protettore della città ancor più del vero santo protettore san Romolo, ribadendo che san Remo come santo neanche esiste, perché Sanremo si scrive tutto attaccato. Essere a Sanremo è farsi quotidianamente le vasche avanti e indietro per corso Giacomo Matteotti, la strada del festival, per poi convergere a cena in un ristorantino sul mare o nella nella città vecchia di Sanremo, dove c’è anche la musica di Sanremo.
Il piatto tipico sanremese è il Brandacujun, che non è una brutta parola ma una maniera di cucinare lo stoccafisso, e naturalmente la squisita focaccia tipica. E tutto rimane com'è, la scritta Sanremo di Sanremo, l'insegna dell'Ariston, sotto alla quale si scatena il solito circo di curiosi e fan, il porto, la villa comunale, gli alberghi con quel che di fatiscente: anche il Casinò sanremese, la prima casa del festival, ora luogo di feste in terrazza, che qui si preferisce chiamare roof, per presentatori e divi e starlette e giornalisti e addetti stampa e discografici e imbucati vari. Sotto al roof, c'è il casinò vero, ed eccome se si va a giocare, cantanti compresi, e ci s'immalinconisce un po' a vedere la gente elegante sanremese per lo più rapita dalle onnipresenti slot machine.
A Sanremo ci sono i negozi, naturalmente non manca l'ottico, fornitissimo, e qui vanno a ruba i "modelli Elton John", con le lenti tondeggianti colorate e esibizioniste, o il "modello Arisa", occhiali da vista per secchione un po' matte, ma quelli di Mina, con le lenti sfumate, vanno sempre bene. Sanremo è anche patria di gente sciroccata, perché è una città sul mare, con le palme, e vedi la spiaggia a Sanremo, e le onde e il tempo un po' così così e pensi subito al mare d’inverno, qui ormai il mare è di Loredana Bertè. Poi volti lo sguardo verso l'alto e vedi i famosi alberghi di lusso di Sanremo: l'hotel Rosa dei Venti, il Lolli Palace, soprattutto, il Royal, il preferito dalle star. Dove si apposteranno per tutta la settimana del Festival, come ogni anno, i maniaci dell’autografo e della foto. Per ore e ore.