Viaggio nella sala stampa dell’Ariston
Nel teatro Ariston albergano due mondi: c'è il teatro e c'è la sala stampa del teatro. Prendiamo l’ascensore dell'Ariston, e ti fanno credere che il teatro abbia solo due piani, ma quando sei arrivato su ti accorgi di essere al quinto piano, come in un film di spionaggio. Scherzi della Liguria, dei suoi pendii e terrazzamenti. La sala stampa ce l’hanno presentata come un bunker inaccessibile. Ovviamente anche in sala stampa, senza pass non si pass. Va esibito sempre, quando si entra e quando si esce, lo devi avere appeso al collo. In sala stampa incontri centinaia e centinaia di giornalisti incollati ai loro computer. Davanti a loro, il maxischermo fisso su Rai1 da cui filtra il festival. La finestra mediatica sul mondo. C'è chi per la sua testata ha seguito dieci, venti, trenta Sanremo senza mai sedersi su una delle poltrone della platea festivaliera. Si sprecano le citazioni di Truman show, o del platonico mito della caverna, con gli uomini condannati a vedere il mondo attraverso le ombre. Incontriamo Gino, che è lo storico capotecnico del teatro Ariston. In trentotto anni ne ha viste di tutti i colori. Ha incontrato Gorbacev ed è diventato amico stretto del mitico Vincenzo Mollica. Quest'ultimo è l'indiscusso re della sala stampa. Tutti, non a caso, lo chiamano Presidente.